Francesco Varanini, ‘Di quale intelligenza parliamo?’ Appuntamento del ciclo ‘Cafés Littéraires – Dialoghi d’autore’. Fondazione Pasquale Battista. via Giuseppe Pozzone 5, Milano giovedi 24 ottobre 2024, ore 17.30-19.30


 

Francesco Varanini, Di quale intelligenza parliamo?
Appuntamento del ciclo ‘Cafés Littéraires – Dialoghi d’autore’. Fondazione Pasquale Battista.
via Giuseppe Pozzone 5, Milano
giovedi 24 ottobre 2024, ore 17.30-19.30

Incontro gratuito aperto al pubblico.

 

Parlerò attorno a un concetto e ad una parola: intelligenza– che paiono oggi, in un modo o nell’altro, inevitabilmente, irrimediabilmente legati all’aggettivo ‘artificiale’.
Affermata, almeno su un piano logico-formale, la possibilità di una qualche identità o comparabilità, viviamo quindi il rischio di vedere ridefinita, alla luce dell”artificiale’, la stessa umana intelligenza.
Si tratta di andare controcorrente ed in profondità, svelando i trucchi di questo gioco.
Non toglie forse qualcosa, ad una riflessione sul concetto di ‘intelligenza’, e sulla parola che la designa, il richiamo, oggi apparentemente inevitabile, all’aggettivo ‘artificiale’?

Non so cosa dirò giovedì giovedì 24 ottobre.
Quello che dirò, sarà ciò che mi verrà da dire in quel momento, guardando in faccia le persone che saranno presenti. Ma credo sia un buon esercizio chiedersi: come avremmo parlato di ‘intelligenza’ cent’anni fa? Come parleremo di ‘intelligenza’ tra cent’anni?

Spero che verrete ad ascoltare e a conversare.

Altri temi che forse tratterò

Qualcuno dice: la macchina è capace di agire ma non è intelligente.
Qualcun altro invece sostiene che la macchina è intelligente ma non sa pensare.
Naturalmente tutto questo basandosi su definizioni di ‘capacità di agire’, ‘pensiero’ e ‘intelligenza’ che ognuno propone e sceglie a suo comodo.
Ho citato solo due esempi tra i numerosissimi che si potrebbero fare.
Cosa hanno in comune queste argomentazioni?
C’è alla base l’intenzione di contribuire comunque tutti insieme a inculcare nell’opinione pubblica, pur a partire da assunti differenti, l’accettazione di un qualcosa detto ‘intelligenza artificiale’.
Due ordini di motivi spingono il voler in ogni caso, tutti insieme appassionatamente, pur da posizioni diverse, diffondere presso i cittadini, considerati alla stregua di ‘utenti’ e ‘profano’, il concetto di ‘intelligenza artificiale’.
Il primo consiste in ragioni economiche, finanziarie, di business, di ricerca o di carriera.
Il secondo consiste nel fatto che tutti coloro che, sia pure con sfumature e motivazioni diverse, diffondono il verbo dell’intelligenza artificiale’ condividono in fondo la speranza di Turing:
“We may hope that machines will eventually compete with men”.
‘I hope’: io spero.
‘Eventually’: alla fine, prima o poi, con il tempo, nel modo che sia.
‘Compete’: competa, gareggi, si mostri all’altezza.
‘with men’: ogni definizione di ‘intelligenza artificiale’, in un modo o nell’altro, chiama in causa l’essere umano.

Non preoccupatevi: tanto l’Intelligenza Artificiale non è intelligente!
Può bastarci un pensiero che scende a questo livello di banalizzazione?
Intanto però qualcuno insiste nel sostenere che l’Intelligenza Artificiale è l’intelligenza del futuro; o addirittura un nuovo modo d’essere del nostro pianeta.
Mentre altri insistono nel dire che la domanda cruciale rimane: chi trionferà alla fine, l’intelligenza artificiale o quella umana?

Verrebbe da chiedere: ma vi volete mettere d’accordo?

In ogni caso l’invito pressante rivolto ad ogni cittadino, ad ogni manager, ad ogni lavoratore e ad ogni studente, è sempre lo stesso: adattatevi, fatevene una ragione, l’Intelligenza Artificiale è arrivata per restare. E si dà già per scontata una qualche forma di dipendenza: questa tecnologia sta già cambiando le nostre vite, si dice.

Naturalmente poi ognuna di queste diverse, ma convergenti apologie, comprende un contentino umanista: ‘…senza trascurare la ricchezza insita nella natura umana’.; ‘la creatività, l’intuizione, la passione per la scoperta, tipiche di noi essere umani, rimangono…’.

Chi fosse interessato ad uscire da questa palude discorsiva, è invitato giovedì 24 ottobre ore 17.30. Proveremo a fare un po’ dei chiarezza. Partendo dal porci una domanda che a questo punto appare doverosa: Di quale intelligenza parliamo?

Toccherò in ogni caso vari argomenti sviluppati nel libro Splendori e miserie delle intelligenze artificiali. Alla luce dell’umana esperienza, Guerini e Associati, 2024.

Grazie a Giovanna Garuti per l’invito.