Non esiste ragione per criticare il sostegno, anche normativo, a favore dell’industria digitale europea. Ma resta una domanda: perché comprimere in una stessa norma il sostegno allo sviluppo tecnologico e l’affermazione dei diritti civili?
L’Intelligenza Artificiale può essere strumento di persuasione occulta, di controllo sociale e gestione del pubblico consenso, arma. Servirebbero specifiche norme dedicate ad un regime di garanzie, ad una accurata e vincolante definizione degli spazi di libertà del cittadino.
Invece le norme che la regolano, negli Stati Uniti come in Europa, si preoccupano, più che diritti civili e di garanzie, di sostenere l’industria del settore.
Questo accade perché i membri dei parlamenti, gli uomini di governo, e gli stessi cittadini, considerando sé stessi troppo ignoranti per poter opinare, lasciano il ruolo di legislatori ad ‘esperti di alto livello’, che sono in realtà esponenti della lobby tecnologico-industriale.
Servirebbe un dibattito pubblico, ma in Europa ci si contenta di vane affermazioni di principio: L’Intelligenza Artificiale ‘human centric’ è una foglia di fico. E intanto, alle spalle dei cittadini, si giocano, attorno all’Intelligenza Artificiale, partite strategiche economiche-militari-industriali che per molti versi riportano ai tempi della Guerra Fredda.
Detti in sintesi, questi sono i principali argomenti trattati nel mio articolo, scritto all’inizio di dicembre 2021, apparso il 7 gennaio 2022 su Agenda Digitale.
Sono in fondo gli stessi argomenti che mi avevano portato a organizzare l’incontro Il rilievo politico dell’Intelligenza Artificiale. E la produzione normativa a proposito di Intelligenza Artificiale, svoltosi alla Casa della Cultura di Milano il 16 novembre 2021. Qui il video, dove esposto la mia posizione nell’intervento finale.