Siamo consapevoli di quando, nel nostro lavoro di manager, consulenti e formatori vendiamo fumo? Crediamo veramente in quello che facciamo? Ci crediamo davvero?
Abbiamo bisogno di parole che ci appaiano vere, sincere, e che ci invitino a intendere il lavoro con tutta la pienezza del nostro essere.
La ricerca dell’autenticità consiste nel rinunciare alle parole che ci suonano vuote. Consiste nel tener presente ciò che accade in noi e attorno a noi. Solo così riusciremo a compiere azioni veramente efficaci e convincenti.
L’educazione all’autenticità è innanzitutto autoeducazione. Ogni manager può efficacemente sollecitare l’autenticità nei propri collaboratori solo se si mostra loro autentico.
Autentico ha la stessa origine di automatico e di automa. Il greco autos significa ‘sé stesso’. Nel tempo in cui costruiamo macchine capaci di essere autonome, non possiamo evitare di cercare l’autonomia in noi stessi ed in ogni lavoratore delle nostre aziende.
Questo è l’argomento della storia di copertina del numero 150 di Persone & Conoscenze, il primo di una nuova seria caratterizzata da una impostazione grafica del tutto diversa dalla precedente, progettata da Eleonora Bruneri, fondata su foto in bianco e nero. Qui per abbonarsi alla rivista, sia in versione cartacea che digitale.
Foto di copertina, di Giuseppe Varchetta
Qui di seguito il mio Editoriale che apre il numero.
Editoriale
di Francesco Varanini
La vita organizzativa consiste nel tener presente ciò che accade in noi e attorno a noi. Solo così riusciremo a compiere azioni veramente efficaci e convincenti. Abbiamo dunque bisogno di parole che ci appaiano vere, sincere, e che ci invitino a intendere il lavoro con tutta la pienezza del nostro essere. Abbiamo bisogno di immagini sintetiche, capaci di indirizzare la nostra attenzione verso ciò che più conta.
Eppure ogni giorno ci troviamo ad usare parole straniere, parole vuote, che non trovano risonanza nelle nostre emozioni, parole prive di profondità, che non riescono ad incitarci all’azione. Eppure ci
troviamo bombardati da immagini gratuitamente colorate, tese a catturare la nostra attenzione con facili espedienti.
Spetta a chi si occupa di Risorse Umane trovare i modi per motivare e guidare le persone. Certo la via più breve consiste nel fare appello alle reazioni più superficiali. Conosciamo bene la via delle spinte gentili, delle sottili mosse tese a indurre a comportamenti attesi persone considerate viziate da ignoranza, pigrizia e conformismo. Sappiamo ben percorrere la via del ricorso alle solite frasi fatte e ai guru che le pronunciano.
Persone & Conoscenze, nei suoi diciassette anni di vita, ha sempre cercato di tener vivi l’atteggiamento critico ed il riferimento alla responsabilità personale. Ora avete in mano il primo numero di Persone & Conoscenze in nuova forma grafica. Una forma certo più pulita e rigorosa, che vuole invitare ad una lettura non troppo affrettata. L’iconografia è legata ad una scelta radicale: solo fotografie in bianco e nero.
Vogliamo con questo ribadire gli intenti della rivista. Nel corso degli anni abbiamo cambiato il sottotitolo: era ‘la rivista di chi investe su sé stesso’. Una giusta sollecitazione dell’editore ha portato a dire invece: ‘la voce della Direzione del Personale’. Continuo a vedere la contiguità tra le due frasi: solo se investiamo su noi stessi, sul nostro personale miglioramento, potremo cercare, come compete ai professionisti delle Risorse Umane, la crescita di ogni lavoratore.
Cercare la propria strada. In una parola: autenticità. Non a caso questo è il tema della storia di copertina di questo numero. L’educazione all’autenticità è innanzitutto autoeducazione. Ogni manager può efficacemente sollecitare l’autenticità nei propri collaboratori solo se si mostra loro autentico; è possibile mostrarsi autentici solo se cerchiamo in noi stessi, per noi stessi, l’autenticità.
‘Autentico’ ha la stessa origine di ‘automatico’ e di ‘automa’. Il greco ‘autos’ significa ‘sé stesso’. Nel tempo in cui vengono progettate e costruite macchine che si pretendono essere capaci di totale autonomia, non possiamo fare a meno di cercare per converso, con più forza, la nostra personale autonomia, e l’autonomia di ogni lavoratore delle nostre aziende.
La ricerca dell’autenticità -per ogni manager, e innanzitutto per i professionisti delle Risorse Umane- consiste in un percorso: nel transito dal dire ‘lo sappiamo che stiamo vendendo fumo, ma tutti lo fanno, ed è in fondo inevitabile farlo’, al al dire a noi stessi ‘io ci credo davvero, credo nel fatto che la mia professione abbia un senso, e giorno dopo giorno cerca di agire in sintonia con questo senso’.
Questo generale atteggiamento acquista un particolare significato nel tempo presente. Ognuno dei noi sta vivendo esperienze nuove. Il virus tra noi, il distanziamento sociale, impongono una riflessione. Ognuno di noi si trova a ripensare a come il lavoro si colloca nella vita. Ognuno di noi vive l’incertezza presente e l’urgenza di scelte diverse.
Nel parlarci di questo, nell’articolo di apertura, Piero Celli cita il poeta Friedrich Hölderlin: “Là dove cresce il pericolo prende vita anche la soluzione”. L’emergenza appare il momento in cui cercare e trovare partecipazione attiva dei lavoratori. “Sarebbe un peccato”, ci dice Celli, “non cogliere lo slancio, o erto da un kairos inatteso, nella sua brutalità edificante, per intrecciare una vera storia di cambiamento”. Ma questo è possibile se si lasciano da parte i fronzoli e gli artifici comunicativi, e ci si dispone invece a scrivere insieme “un racconto nato da un insieme di eventi imprevedibili che hanno toccato tutti”.
Celli formula così un auspicio: “andiamo oltre i timori e incamminiamoci in un anno di azioni costruttive”. Con questo intento, gli eventi connessi a Persone & Conoscenze, in particolare il Convivio, si focalizzeranno sul come si possa contribuire al formarsi di una nuova classe dirigente.
La chiave, anche qui è l’autenticità. Giuseppe Varchetta -cui dobbiamo la foto di copertina, ed altre che illustrano questo numero- descrive così la figura di un dirigente adeguato al tempo presente: “devono essere accurati, dettagliati, capaci di un’interrogazione instancabile, di cogliere senza prendere, consapevoli di quali complesse connessioni la realtà tesse tra profondità e apparenza”.