Ancora a proposito di ‘Macchine per pensare’. Intervista sul sito Letture.org


Torno sui temi di Macchine per pensare in un’intervista pubblicata sul sito Letture.org,

Copio qua sotto una frase che sintetizza il senso del libro:

Ognuno di noi, nel suo personale rapporto con il computer, ha fatto esperienza di questo: il computer impone una logica, una gerarchia una forma strutturata al nostro modo di pensare.
D’altro canto il computer è anche la macchina tramite la quale possiamo acquisire gradi di libertà: accedere a fonti, connettere tra di loro fonti, scrivere seguendo il nostro pensiero, spostando blocchi di testo o intervenendo su quanto già scritto, con una libertà che non ci era concessa dalla penna e dal foglio.
Il titolo del libro non a caso resta ambiguo, aperto a letture diverse, anzi opposte. I computer sono macchine per pensare in un doppio senso.
Da un lato il computer strumento che impone al regole, vincoli e subordina il pensiero ad una logica formale. Il pensiero umano è costretto, tramite il computer, in forme, in percorsi già definiti. E alla fin fine il pensiero umano è sostituito dal pensiero della macchina.
Dall’altro, macchine per pensare nel senso di ‘macchine che accompagnano l’uomo nel pensare’. Quando noi esseri umani ci affacciamo su quell’immenso caos che è il Web, cercando tramite il motore di ricerca risposte alle nostre domande, stiamo pensando in che era inaccessibile all’uomo che pensava senza l’ausilio della macchina.

Potete leggere il testo intero su Letture.org