Continuiamo a sentir dire ‘persone al centro’, ma sappiamo bene che le persone non sono al centro. Sopratutto non sono ‘al centro’ i giovani. Che non hanno mai goduto della confortevole situazione di vivere in una organizzazione come quelle di una volta, dove c’era il Direttore del Personale che aveva veramente strumenti, spazi, tempo e budget per porre, e mantenere, le persone al centro.
Non si tratta di continuare a rimpiangere i bei tempi andata, né, credo, ha molto senso continuare a celebrare gli antichi miti: classico esempio Adriano Olivetti. Certo da lui dobbiamo prendere spunto ed esempio, ma per cercar di fare qualcosa adesso e per il domani.
Dobbiamo, per esempio, interrogarci sul perché, senza troppo riflettere, abbiamo accettato di passare a dire ‘risorse umane’, al posto di ‘persone’. Accettare di dirsi Direttori di una funzione risorse umane è accettare di dirigere una funzione dedicata alla valorizzazione di una risorsa, una tra le altre. Se abbiamo accettato questo, non solo abbiamo accettato il fatto che le persone non solo al centro. Abbiamo accettato anche il fatto che l’umana, come ogni altra, è una risorsa. Si deve quindi cercare, in ogni risorsa, anche nell’umana, il ritorno dell’investimento nel minor tempo possibile. Ogni risorsa è sacrificabile e sostituibile. Ogni risorsa è fungibile, sostituibile con ogni altra.
Troppo spesso anche in convegni ed incontri ci si trova, piuttosto sterilmente, a raccontarci tra noi delle buone cose che nonostante tutto facciamo. Perché certo, facciamo ancora tante cose buone, nonostante i vincoli, sempre più numerosi, e forse anche proprio stimolati da questi vincoli. Ma manca sempre in queste occasioni un attore.
Mancano, quando parliamo di ciò che resta e di ciò che sarà della Direzione del Personale, i giovani.
Mancano i giovani lavoratori in senso lato. Che raramente hanno mai vissuto la tranquilla situazione del contratto a tempo indeterminato. Che sono costretti a subire remunerazioni spesso non dignitose. Che sono privi di tutele e costretti a vivere nell’incertezza.
Mancano anche i giovani intesi in un senso più stretto: i giovani che lavorano nelle Direzioni del Personale. Mancano perché i giovani che frequentano oggi Master in Risorse Umane sono privati della storia: si è insegnato loro come gestire la risorsa, non come creare un clima costruttivo per la persona. Mancano perché, giunti in azienda, i giovani talenti delle Risorse Umane sono costretti in ruoli specialistici, privati di una visione di insieme. Impossibilitati per lo più a tradurre in pratica -e lo si può fare, pur nei vincoli stringenti nei quali dobbiamo agire- ciò che la loro appartenenza alla giovane generazione permette loro di capire.
Mantenendosi lontani da ogni utopia, da ogni recriminazione, mantenendosi lontani anche da petizioni di principio ed atteggiamenti ideologici, qualcosa si può fare. Dunque, proviamo a farlo.
Una Scuola di Direzione del Personale rivolta a giovani che già lavorano in azienda, o che sentono la vocazione a lavorare in questo ambito. Un ambiente di apprendimento del tutto diverso dai Master e dai classici percorsi formativi. Non qualcosa di alternativo, ma qualcosa di complementare.
Non è un percorso già definito in ogni dettaglio. Per intenderci, non abbiamo nemmeno fatto un Business Plan e non abbiamo perso tempo per cercare di sapere in anticipo quale sarà il ritorno dell’investimento. Si tratta di un progetto – al quale siete invitati a partecipare.
Scuola: si sa che il latino schola e il greco skholḗ parlano di tempo dedicato al ristoro, al libero esercizio del pensiero, tempo aperto alla divagazione. Pensiamo che solo in ambienti formativi siffatti si possa cercare il senso della futura Direzione del Personale. Il Direttore del Personale, alla fin fine, può accompagnare e comprendere altre persone perché ha dedicato tempo a conoscere se stesso. Se crediamo dunque in qualche modo al ‘persone al centro’, permettiamo ai nostri giovani collaboratori di formarsi in un clima di libertà, di convivialità e di apertura.
Altro aspetto caratteristico della Scuola di Direzione del Personale è questo: l’iniziativa è sin dall’inizio co-progettata da giovani e da persone, come me, dotate di una certa esperienza. A ben pensare, solo i giovani stessi possono progettare gli ambienti in cui vorranno lavorare.
Insieme, giovani e meno giovani, possiamo immaginare la Direzione del Personale di domani. E restituire intanto alle aziende specialisti delle ‘Risorse Umane’ più consapevoli e più responsabili.