Festival dell’Economia di Trento. Le competenze distintive del manager cooperativo. 1 giugno 2014 ore 10 e 30


“L’azienda cooperativa è diversa da tutte le altre forme d’impresa. I manager che, per conto dei soci, guidano le 70 mila cooperative italiane sono consapevoli della specificità e della originalità cooperativa? Sono in grado di tradurre il ‘vantaggio comparato’ nelle scelte strategiche e nelle decisioni quotidiane in ‘vantaggio competitivo’?”

Così si legge nel Programma del Festival dell’Economia di Trento 2014, lì dove si presenta la tavola rotonda dal titolo Al servizio dell’impresa e della comunità. Le competenze distintive del manager cooperativo, alla quale partecipo.

A me interessa che il mondo cooperativo mantenga viva e sviluppi le proprie differenze. Ma mi interessa anche, in generale, l’evoluzione del ruolo del manager. E ritengo si si debba lavorare per portare alla luce una nuova figura di manager, all’altezza delle sfide imposti dai tempi incerti in cui viviamo. E’ il tema del mio libro Contro il management.

Dovendo rispondere alle domande di un giornalista a proposito di cosa dirò nel mio intervento, ho preso qualche appunto, che di seguito trascrivo.

il manager del settore cooperativo vive tra due estremi:
– la tendenza a sentirsi lontano e del tutto diverso dal manager della grande impresa
– la tendenza a sentirsi del tutto uguale al manager della grande impresa

Questo accade nel mentre il manager nella grande impresa non vive una situazione particolarmente felice, situazione che si possono sinteetizzare brevissimamente così.
– prevalenza eccessiva delle aspettative di un solo portatore di interessi: l’investitore finanziario
– subordinazione del perseguimento dello scopo dell’impresa punto alla soddisfazione delle aspettative di profitto dell’investitore finanziario
– forbice eccessiva tra le retribuzioni dei manager e dei lavoratori.

Il manager del settore cooperativo subisce in modo meno pesante di quanto accada nella grande impresa orientata al lucro la pressione di portatori di interessi dominanti – l’investitore finanziario, o altrove un partito politico.

Si può quindi immaginare che dal mondo cooperativo emerga una figura di manager capace non solo di agire coerentemente alla cultura della cooperazione, ma anche al contempo capace di essere di esempio anche per i manager della grande industria orientata al profitto.

Guardando al presente ed al futuro del manager cooperativo si può delineare la figura di un manager orientato a ‘creare valore’ tenendo conto di tutti i diversi modi di intendere il ‘valore’ di cui sono portatori i diversi attori coinvolti nell’impresa: gli investitori finanziari, ma anche i lavoratori, i clienti, i fornitori, le comunità locali.
Un manager la cui retribuzione dipende dal soddisfacimento delle aspettative non solo di uno di questi attori sociali, ma di tutti.